GIÙ LE MANI DAL 25 APRILE di Patrizia Penna

 

Continuano a prenderci per il culo. Continuano a pisciarci in testa e a dire che piove. In un Paese ormai fermo,in cui chi non ha perso il lavoro è stato in cassa integrazione per buona parte dell’anno,il Governo decide di eliminare le uniche tre feste civili ancora presenti nel nostro calendario per AUMENTARE LA PRODUTTIVITÀ. La produttività di cosa?E senza temere nemmeno più il ridicolo decide di rendere i licenziamenti ancora più facili, attaccando nuovamente i diritti dei lavoratori,quei pochi rimasti. Io non sono un’esperta di economia ma me ne intendo di prese per il culo e questa è veramente spudorata. È chiaro come il sole che gli unici beneficiari di questi provvedimenti non sono le casse dello Stato e nemmeno i lavoratori, che pure pagano con le loro tasse il ministro Tremonti, ma i datori di lavoro, che avranno 3 giorni festivi in meno da pagare in un anno(poca cosa per chi ha pochi dipendenti, ma pensate più in grande, tipo i grandi stabilimenti, che ne so, la Fiat di mister Marpionne)e dipendenti ancora più ricattabili grazie alla scure del licenziamento facile. Sarebbe interessante chiedere al ministro dell’Economia perché invece di difendere gli interessi dei suoi datori di lavoro(tutti noi) continua a difendere gli interessi della casta degli industriali: ha forse anche lui un doppio lavoro, magari in nero? O più semplicemente il Governo più fascista dal dopoguerra a oggi ha deciso di cogliere l’occasione di una crisi che non si può più ignorare per eliminare finalmente le feste più amate dagli odiati comunisti?Chiaramente spostare le feste facendole cadere di domenica non le elimina ma le esautora della loro importanza. Chi si ricorderà più del 25 aprile se cadrà ogni anno in un giorno diverso come la festa della mamma? Perché non eliminare invece qualcuna delle 8 feste religiose presenti nel nostro calendario? Troppo rischioso scontentare nostra madre Chiesa? Primo Levi diceva che ogni tempo ha il suo fascismo. Noi ci siamo dentro, ci stiamo nuotando, lo stiamo respirando. Resteremo di nuovo a guardarlo distruggerci o stavolta saremo capaci di dire no?

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